Servizi diagnostici

Presso il proprio studio il professor Paolo Usai esegue i seguenti servizi di diagnosi per la ricerca di patologie del tratto gastro intestinale:
- Esofago gastro duodeno scopia,
- Colonscopia,
- Manometria esofagea e ano rettale,
- PH-metria esofagea delle 24 H.
Endoscopia

L' endoscopia è una metodologia di diagnosi che permette al medico di visualizzare direttamente l'interno del corpo. SI effettua mediante l'utilizzo di un macchinario detto, appunto, endoscopio, costituito da una microtelecamera che viene inserita all'interno del paziente riportando le immagini della zona in analisi su un monitor.
Biopsia

Per lo studio di alcune patologie è necessario studiare a fondo i tessuti interessati, questo è possibile solo grazie alla biopsia, l'asportazione di un piccolo frammento di tessuto dal corpo del paziente, senza che questo ne risenta in alcun modo e procedendo alla successiva analisi in laboratorio.
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Esofago gastro duodeno scopia
L'esofagogastroduodenoscopia è una procedura che consente al medico che effettua l'esame di rilevare eventuali patologie guardando direttamente all'interno dell'esofago, dello stomaco e del duodeno.
Viene sfruttata una sonda denominata gastroscopio, di diametro intorno al centimetro, con una telecamera o delle lenti a fibre ottiche e una luce in punta, che viene introdotta delicatamente attraverso la bocca, fino a raggiungere il duodeno.
1) Come di svolge
L'esame non procura dolore ma solo modesto fastidio all'introduzione dello strumento ma per la tranquillità del paziente potrà essere somministrata una piccola dose di sedativo liquido o una compressa per l'anestesia locale della gola. Per questo motivo è opportuno segnalare al medico, prima dell'inizio dell'esame, eventuali allergie a farmaci o trattamenti farmacologici in atto.
Durante l'esame, che è solitamente di breve durata, il paziente dovrà mantenere un atteggiamento rilassato, respirando lentamente e profondamente. Questo aiuta il paziente a controllare l'eventuale sensazione di vomito tollerando meglio l'esame, e consente al medico di portare a termine la procedura più rapidamente. Il paziente si potrà allontanare dall'ospedale già pochi minuti dopo la fine dell'esame ma l'effetto sedativo dei farmaci, sia pure blando, controindicherà il mettersi alla guida di autoveicoli per circa un'ora dopo il termine dell'esame. Sarà possibile assumere cibi e bevande dopo che sarà scomparso l'effetto di anestesia locale alla gola.
2) Preparazione all'esame
Il paziente dovrà essere a digiuno da almeno 6/8 ore, se l'esame viene effettuato al mattino, si raccomanda pertanto il digiuno dalla sera prima, mentre, se effettuato nel pomeriggio, è consentita una colazione leggera al mattino. Prima dell'esame è opportuno rimuovere eventuali protesi dentarie mobili. Nel caso si assumano abitualmente farmaci, questi vanno normalmente continuati anche il giorno dell'esame. Va, però evitata l'assunzione di soluzioni (antiacidi, sucralfato) che possono rendere difficoltosa l'esecuzione dell'esame, ostacolando la visione.
3) Indicazioni
Questo tipo di visita viene consigliata dal medico quando vi siano sintomi come dolore, nausea, vomito o difficoltà digestive, che persistono per lungo tempo. Il medico ha una visione nitida e precisa degli organi e può individuare o escludere la presenza di malattie. È utile per definire le cause di sintomi generalmente legati a patologie dell'esofago, dello stomaco e del duodeno. È inoltre utile per accertare la causa di sanguinamenti del tratto digestivo alto, o di alcune anemie (carenza di globuli rossi).
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Colonscopia
La colonscopia (o coloscopia) è un esame diagnostico utilizzato per esplorare le pareti interne del colon, scoprire eventuali lesioni e ulcerazioni, occlusioni, masse tumorali.
Si tratta di un importante strumento di prevenzione che permette di individuare e, se necessario, rimuovere immediatamente dei tumori, anche molto piccoli o in fase iniziale, rendendone impossibile lo sviluppo e la degenerazione.
Per coloro che hanno familiarità con i tumori del colon; o comunque dopo i 50 anni, quando dall’esame delle feci si rileva la presenza di sangue, la colonscopia è consigliata ad intervalli regolari di 5-6 anni come corretta attività di screening.
Preparazione: La preparazione del paziente alla colonscopia ha lo scopo di svuotare completamente il colon, in modo da lasciarne le pareti lisce e prive di escrementi, così da permettere una corretta visione dell'interno; a questo scopo:
- nei quattro giorni precedenti l'esame è sconsigliato mangiare frutta, verdura, crusca,
- il giorno prima dell'esame è possibile fare un pranzo leggero dopodiché sospendere completamente ogni dieta solida,
- il giorno prima dell'esame va bevuta molta acqua, ingerire dosi notevoli di lassativo ed effettuare un clistere di pulizia finale.
Esame strumentale: L'esame viene effettuato attraverso l'introduzione per via anale di una sonda, detta colonscopio, avente un diametro variabile da circa 11 mm a 13 mm e una lunghezza che varia dai 130 cm ai 170 cm. La sonda è munita di microcamera e mostra in tempo reale l'interno del colon. Per facilitare l’ingresso della sonda, il colon stesso viene dilatato insufflando all'interno dell’aria. Questo è un procedimento che può risultare molto fastidioso e anche doloroso, qualora il colon non fosse molto dritto in quanto la sonda deve risalire per oltre un metro all'interno del colon. A seconda del tratto esplorato, possiamo distinguere:
- Rettoscopia, quando soltanto il retto è interessato dall'esame,
- Rettosigmoidoscopia se si esamina anche il sigma, il tratto subito a monte del retto, che non di rado si presenta assai convoluto e può essere assai difficile da esplorare. Sono necessarie manovre che sono messe in atto per tentare di "svolgere" il tratto interessato e raddrizzarlo per facilitare la progressione della sonda. Questo è il momento più delicato e potenzialmente fastidioso dell'intero esame,
- Colonscopia sinistra, quando si risale fino alla flessura colica sinistra, percorrendo anche il colon discendente,
- Pancolonscopia, se tutto il colon è interessato dall'esame),
- Pancolon-ileoscopia, molto utile quando, per esempio, si vuole verificare l'interessamento dell'ileo in un processo flogistico come il Morbo di Crohn effettuato tentando di forzare la valvola ileocecale per esplorare l'ileo distale, solitamente per circa 20 cm.
Eventuali masse tumorali potranno essere direttamente rimosse, per poi procedere alla sezione istologica e all'esame anatomopatologico.
Quando è controindicata o impossibile la colonscopia, si usa un esame mediante raggi x detto Rx clisma opaco) che però restituisce risultati meno precisi.
La Colongrafia TAC è una nuova metodica che per ora dà risultati inferiori alla classica colonscopia. La TAC multistrato a 64 detettori è un'endoscopia virtuale che compie delle rilevazioni alla elevatissima frequenza di 160 strati submillimetrici al secondo e permette di ottenere immagini 3D di alta qualità tramite un particolare software. Richiede la stessa preparazione della colonscopia tradizionale per la "pulizia" dell'intestino ma non è invasiva e permette un'endoscopia anche delle parti in movimento.
La videocapsula è un esame completamente diverso dalla colonscopia virtuale in quanto utilizza una strumentazione diversa. Si tratta di una capsula che viene fatta ingerire al paziente e che è poi trasportata dai movimenti dell’intestino durante il suo transito e quindi espulsa con le feci. Viene impiegata non per lo studio del colon, ma per esaminare l’intestino tenue nei casi di anemia non spiegata per escludere sanguinamenti occulti a tale livello o nei casi di sospetta malattia infiammatoria intestinale a carico del piccolo intestino. Non richiede esposizione a radiazioni.
Al fine di combinare i vantaggi della colonscopia tradizionale (accuratezza diagnostica, possibilità di intervento) sia ad una minore invasività che alla riduzione o alla completa eliminazione dei rischi di infezione e di perforazione, viene eseguita la colonscopia robotica. Il colonscopio è inserito manualmente nel paziente sino al retto ed in seguito la navigazione sino al cieco è controllata per mezzo di dispositivi esterni, che non richiedono esposizione a radiazioni. L’avanzamento autonomo della sonda esclude manovre dell’operatore e minimizza la necessità di insufflare aria.
Possibili complicazioni:
- la colonscopia non garantisce la visualizzazione di tutti i tumori,
- emorragie in seguito alla rimozione di masse tumorali,
- possibile perforazione del colon,
- problemi cardio-vascolari particolarmente in seguito all'uso di sedativi.
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Manometria esofagea e ano rettale
La Manometria Esofagea è un esame clinico eseguito per studiare la fisiopatologia esofagea attraverso la valutazione della pressione intraesofagea nei vari settori del suo lume.
L'esame è solitamente eseguito principalmente al fine di verificare eventuali anomalie motorie dell'esofago (discinesie) nell'ambito della valutazione dei quadri clinici di disfagia e, in rari casi, di reflusso gastro-esofageo (GERD/MRGE) o di altre patologie del tratto gastroenterico superiore.
Esecuzione
L'esame dura mediamente 30-40 minuti e viene svolto solitamente in ambulatorio. Non è possibile somministrare sedativi (ad es., benzodiazepine), perché, oltre ad essere necessaria la collaborazione del paziente durante tutto l'esame, l'effetto miorilassante della sedazione interferirebbe con la motilità esofagea che è l'oggetto dello studio.
Il paziente deve essere a digiuno e riceve una blanda anestesia topica nelle coane nasali; in posizione seduta, gli viene inserito delicatamente un sottilissimo catetere all'interno delle stesse, spinto in rinofaringe e quindi in orofaringe.
A questo punto, il catetere viene sospinto in esofago attraverso lo sfintere esofageo superiore (SES); il passaggio nella maggior parte dei casi crea un certo fastidio con conati a vuoto dovuti ai riflessi ipofaringei e viene spesso facilitato attraverso l'assunzione di piccoli sorsi d'acqua tramite una cannuccia. Una volta che il catetere è entrato nell’esofago, il fastidio diminuisce notevolmente.
Il catetere viene fatto scendere fino allo sfintere esofageo inferiore (SEI), e poi ritratto leggermente fino a identificare il punto di variazione della pressione intraesofagea. A questo punto il paziente viene fatto stendere su un lettino ed ha inizio la valutazione. Le rilevazioni del catetere vengono continuamente registrate da un computer e possono essere valutate le anomalie motorie e pressorie, e la propagazione delle onde di peristalsi.
La valutazione viene effettuata facendo eseguire al paziente una serie di deglutizioni secche (a vuoto) o umide (piccoli sorsi d'acqua, assunti tramite una cannuccia), che permettono di studiare dettagliatamente le varie fasi della motilità di tutti i settori esofagei. Al termine dell'esame il paziente viene fatto sedere ed il catetere estratto delicatamente. A questo punto il paziente può riprendere la sua normale attività lavorativa, senza alcun problema. Nelle ore seguenti può occasionalmente manifestarsi una leggera congestione nasale, o una leggerissima algia faringea di breve durata.
Analisi dei dati ed uso clinico
I dati raccolti vengono poi rielaborati informaticamente ed in base ai patterns pressori e motori rilevati nel corso dell'esame possono essere rilevati particolari assetti patologici (Acalasia, Spasmo Esofageo Diffuso, etc.), che sono fondamentali per porre correttamente la diagnosi.
Per tale motivo la manometria esofagea è un esame particolarmente utile nella valutazione della patologia esofagea in particolare se questa si manifesta con sintomatologia di tipo disfagico. L'esame, se eseguito correttamente, è sicuro e non è assolutamente doloroso, ma provoca fastidio per la sensazione di corpo estraneo inserito nella gola gola, ma si tratta di una percezione soggettiva e, pertanto, può variare molto da persona a persona.
Per una valutazione completa della fisiopatologia dell'esofago, della sua funzionalità motoria, e dell'entità ed intensità degli eventuali reflussi acidi è possibile associare all'esecuzione della Manometria Esofagea anche la Ph-metria Esofagea: al termine del primo esame vengono inseriti i cateteri del Ph-metro, che devono però restare in posizione per 24 ore, collegati ad un rilevatore portatile. L'integrazione dei risultati dei due esami permette.
Manometria 24H
Recentemente ha iniziato a diffondersi anche la pratica della "Manometria 24H"; similmente a quanto avviene per la Ph-metria esofagea, si prolunga l'esame per 24 ore, con l'utilizzo di una sonda apposita. La sonda è composta da un catetere con tre sensori pressori distanziati di circa 5 cm l'uno dall'altro, e da un rilevatore-registratore esterno, viene posizionata spesso in congiunzione con quella del Ph-metro. L'uso continuativo per 24 ore, durante le quali il paziente si muove, mangia, lavora e dorme in maniera simile a quella della propria normale quotidianità, permette di rilevare una quantità di dati molto maggiore sui processi discinetici della motilità esofagea, correlandoli con i vari tipi di attività svolta e le funzioni alimentari, e mettendoli in corrispondenza con le contemporanee rilevazioni Ph-metriche per un ampio periodo di tempo.
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PH-metria esofagea delle 24 H
Per la diagnosi di reflusso gastroesofageo patologico l’esame più sensibile e specifico, che rappresenta il “gold-standard”, è la pH-metria esofagea delle 24 ore è. Si tratta di un esame eseguito in ambulatorio, che consente una registrazione circadiana degli episodi di reflusso nel rispetto della fisiologia.
Un piccolo elettrodo sensibile alla concentrazione idrogenionica e collegato con un registratore viene posizionato sopra la giunzione esofago-gastrica. Il paziente svolge per tutto il tempo della registrazione le proprei normali attività. L’indagine è ben tollerata e permette una correlazione tra caduta del pH esofageo e comparsa di sintomi che il paziente registra su un diario.
I parametri che vengono valutati in corso di pH-metria esofagea sono il numero, la durata e l’entità dei reflussi. Si considerano patologici valori del pH inferiori a 4 per un periodo di tempo superiore al 5% della registrazione. Il test ha una sensibilità variabile tra il 60% e il 100%. Esso non offre informazioni di tipo morfologico, cioè non è in grado di dimostrare la presenza di un’esofagite.
Le linee-guida dell’American Gastroenterological Association raccomandano le seguenti indicazioni per l’impiego della pH-metria esofagea delle 24 ore: in pazienti che presentano la sintomatologia tipica da MRGE, in assenza di lesioni endoscopiche;
- in caso di MRGE resistente al trattamento degli antisecretivi,
- per documentare l’origine esofagea di una patologia respiratoria,
- per documentare l’origine esofagea di una patologia laringoiatria,
- per porre una diagnosi differenziale di dolore retrosternale,
- prima e dopo un intervento chirurgico per esofagite complicata.